Contrariamente a quanto riscontrato per gli stabilimenti Unione Manifatture e Cucirini Cantoni Coats di via Muller, ubicati ad Intra in un'area di antica vocazione industriale, l‘ex Cucirini Cantoni Coats di Renco sorgeva in un'area indu­striale assai più recente. Dai documenti d'epoca non risulta infatti che su quest'area esi­stessero opifìci durante il XVIII secolo.

L'insediamento di questa filatura di cotone è databile nella prima metà del XIX secolo. È difficile stabilire con certezza quali motivi convinsero i Taglioni a realizzarlo in questa zona, nelle vicinanze del torrente San Bernardino, in posizione decentrata rispetto ai nuclei di Intra e Pallanza. La motivazione principale era forse legata alla lavorazione prescelta ed alla facilità di derivare l'acqua dal torrente San Bernardino.

L'opificio era specializzato nelle fasi di tintoria e candeggio del cotone, queste necessitavano di abbondanti quantità d'acqua corrente che dopo l’uso, torbida e carica di impurità, doveva essere scaricata nel corso principale e non nella roggia. Era necessario quindi che l'opificio non fosse servito da una roggia in comune con altri stabilimenti ai quali l'acqua "inquinata" avrebbe potuto apportare dei danni.

La scelta dell'acqua del torrente San Bernardino fu motivata "dall'alto potere sbiancante di quest'acqua rispetto a quella del torrente San Giovanni”.

È anche necessario tener presente un'altra motivazione di ordine urbanistico: se si osservano infatti le planimetrie della zona intrese nella prima metà del XIX secolo, si nota che ormai poche erano le aree libere vicine al centro abitato nelle quali si potesse ipotizzare uno sviluppo industriale.

Molto verosimilmente furono queste le motivazioni che indussero i fratelli Taglioni a realizzare a Renco di Trobaso questo opificio. Non si conosce la data precisa di costruzione dello stabilimento, ma, vista la notevole somiglianza tipologica e strutturale dell'edificio centrale con quello dell'altro stabilimento Taglioni di via Opifìci, attuale via Muller, si può supporre che anche questo sia stato edificato intorno al 1850.

Da un documento municipale del 1878 risulta che lo stabilimento dei Taglioni impegnava in tale data 122 addetti, suddivisi tra le varie fasi di cardatura, filatura, tintoria e candeggio.

Non si conosce con certezza l'anno della seconda espansione edilizia che doveva portare lo stabili­mento di Renco all'attuale configurazione. Si può supporre che l'ampliamento in questione sia avvenuto nei primi decenni del XX secolo sotto la nuova proprietà del Coto­nificio di Trobaso.

La sempre più stretta interrelazione tra lo stabilimento di Renco e quello di via Muller fa si che l'organizzazione della produzione venga divisa tra le due fabbriche.

 A Renco (dove negli anni 1947-51 lavoravano 670 operai divisi in tre turni ed, in seguito, negli anni ’50, 450 in due turni) venivano effettuate la cardatura e la filatura del cotone, suc­cessivamente il prodotto veniva inviato al Maglio per la torcitura, quindi tornava a Renco per il candeg­gio e la tintura, per ritornare definitivamente al Maglio dove veniva fissato e spedito. Questa non razionale organizzazione, abbinata alla crisi generale nazionale del settore, determinò la crisi dello stabilimento di Renco, in passato attivissimo.

Nel 1960 il numero degli addetti si ridusse a 350 circa e tra il 1963-64 la fabbrica chiuse definitiva­mente i battenti.

La struttura, abbandonata per quasi 20 anni, è stata venduta nel 1981-82 ed acqui­stata dall'Amministrazione Comunale di Verbania che ha provveduto a riordinarla e dividerla in lotti da assegnare principalmente a ditte artigiane.

 

Fonti: Si ringrazia per la gentile concessione l’Architetto Luca Frigerio – Archeologia industriale di Verbania – Alberti Libraio Editore – Intra 1988